Progetto di pannellistica didattico-divulgativa

Il Centro Ambientale Archeologico di Legnago (CAA), ospitato all’interno dell’antico edificio militare austriaco denominato “ex ospedale alla prova”, è stato inaugurato il 24 novembre 2000, diventando operativo a tutti gli effetti a partire dal 2001.
Il museo raccoglie ed espone reperti e contesti archeologici di grandissima importanza, alcuni dei quali (villaggio arginato di Fondo Paviani a Legnago, necropoli di Olmo di Nogara, deposito votivo di Corte Lazise di Villabartolomea, necropoli celtica di S. Maria di Zevio) sono noti a livello internazionale. All’interno delle sue sale si sviluppa pertanto la millenaria storia del popolamento umano nella pianura veronese, raccontato a partire dai ritrovamenti più antichi, risalenti al Neolitico Antico (5000 a.C.), fino alle soglie della romanizzazione (II-I secolo a.C.).
L’Amministrazione della Città di Legnago, grazie, da un lato, alla disponibilità e alla collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, dall’altro al fondamentale sostegno garantito – fin dalle fasi preliminari e progettuali di recupero e di restauro dell’edificio – dall’allora Consorzio di Bonifica Valli Grandi e Medio Veronese (oggi Consorzio di Bonifica Veronese), si è da sempre adoperata affinché il museo diventasse punto di riferimento nell’ambito culturale di tutto il territorio di pianura.
Inoltre, negli ultimi anni, grazie ancora alla collaborazione del Consorzio di Bonifica Veronese e alla sinergia con l’Università degli Studi di Padova, il CAA è diventato un fondamentale polo di ricerca, fungendo da base operativa privilegiata per campagne di ricognizione e scavo, mostre ed eventi divulgativi rivolti al grande pubblico, occupandosi di valorizzare adeguatamente i rilevanti materiali archeologici recuperati.

 Il progetto di valorizzazione

Nonostante l’impegno profuso nell’ambito della divulgazione scientifica e gli importanti traguardi raggiunti dal punto di vista degli afflussi, la fruizione dell’allestimento permanente del CAA rimane ad oggi piuttosto problematica, a causa della totale assenza di pannelli didattici in grado di supportare gli utenti in un percorso di visita autonomo.
Il progetto di valorizzazione qui presentato intende potenziare le tecniche espositive del CAA attraverso la realizzazione di una moderna pannellistica didattico-divulgativa. Tale misura garantirà una maggior stabilità e completezza all’assetto espositivo nel medio-lungo periodo, perfezionando ulteriormente la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico e ambientale della pianura veronese.
L’expertise scientifica necessaria alla realizzazione dei contenuti dei pannelli (testi, disegni, mappe, fotografie, grafica) sarà fornita a titolo gratuito dal dott. Federico Bonfanti, Conservatore del Centro Ambientale Archeologico, unitamente al personale della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e ad un gruppo di docenti, dottorandi e borsisti del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova. Si sottolinea l’importanza di questo aspetto che, oltre a consentire un sensibile abbattimento dei costi del progetto, assicurerà qualità al prodotto finale, grazie ad una conduzione tecnico-scientifica di alto profilo, costituita da professionisti del settore.
Si riportano di seguito i principali tematismi che costituiranno i fili conduttori delle pannellature e un elenco di dettaglio dei singoli argomenti affrontati su ciascun pannello, corredati da misure e suddivisi in base alla futura localizzazione spaziale all’interno dei diversi ambienti del CAA.

  1. l’aspetto ambientale

Una prima sezione di pannelli sarà dedicata alla formazione e all’evoluzione geologica, idrografica e paesaggistica delle Valli Grandi Veronesi, per giungere fino alle vicende storiche più recenti dell’area in questione, con i lavori ottocenteschi di bonifica idraulica. Grande attenzione sarà rivolta al fondamentale ruolo avuto dall’eterogenea rete idrografica (Po, Adige, Tartaro, Tione, Menago, Bussé) nelle forme di antropizzazione del territorio. Sono previsti, inoltre, approfondimenti specifici sulle oasi naturalistiche esistenti e sulla flora e la fauna, stesi in collaborazione con esperti dell’ambito naturalistico che operano sul territorio.

  1. l’aspetto storico 

Un’altra serie di pannellature avrà come oggetto l’antica fortezza di Legnago, posta a protezione dello strategico punto di transito sul fiume Adige, e le trasformazioni avvenute nel corso del tempo al suo poderoso impianto difensivo. Verranno prese in considerazione la solida rocca veneziana del Quattrocento, la piazzaforte dotata di mura terrapienate e bastioni progettata dall’architetto Michele Sanmicheli e completata nel corso del Cinquecento, proseguendo per le successive modifiche introdotte in età napoleonica prima e durante l’occupazione austriaca poi, fino alla definitiva demolizione delle fortificazioni operata a partire dal 1887. Uno specifico approfondimento sarà dedicato all’ottocentesco ospedale militare “Alla Prova”, oggi sede del CAA. 

  1. l’aspetto archeologico

I pannelli di supporto ai materiali pre-protostorici esposti verranno realizzati, come già esplicitato, avvalendosi della collaborazione sia della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, sia del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova. L’incarico sarà affidato al dott. Federico Bonfanti, Conservatore Archeologo del CAA.
Il nuovo apparato consentirà al pubblico di muoversi liberamente tra le sale del museo, apprezzando appieno il significato e l’importanza dei reperti unitamente  alla loro contestualizzazione territoriale.
Una sezione introduttiva verrà dedicata agli studiosi e alle principali scoperte archeologiche effettuate nella pianura veronese a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, fino ai primi anni Settanta del ‘900. Ulteriori sezioni, distinte su base cronologica, affronteranno, attraverso l’analisi dei materiali esposti, i principali aspetti e problematiche delle comunità preistoriche e protostoriche succedutesi nell’area in questione. Pannelli specifici saranno dedicati alle discipline che, insieme all’archeologia, concorrono a ricostruire la vita quotidiana, l’economia e l’ambiente del passato, quali l’antropologia, la paleopatologia, la palinologia, l’archeozoologia, l’archeobotanica; ma anche gli studi archeometrici che si occupano di misurare sotto vari aspetti il reperto archeologico, in primis per la sua datazione (dendrocronologia e radiocarbonio), la geomorfologia e la pedologia (analisi dei suoli).
Un gruppo di pannelli verrà dedicato al sito arginato di Fondo Paviani (Legnago) che rappresenta uno degli insediamenti dell’età del bronzo più importanti di tutta la pianura padana; nel momento del suo massimo sviluppo – tra la fine del bronzo medio e il bronzo recente (fine XV–inizi XII secolo a.C.) – con un’estensione di 20 Ha., costituiva infatti un crocevia culturale tra l’Italia settentrionale, l’Adriatico e la Grecia micenea. L’insediamento, a partire dal 2007, è oggetto di campagne di ricognizione e scavo stratigrafico, effettuate con cadenza annuale dall’Università degli Studi di Padova, sotto la direzione dei prof. Giovanni Leonardi e Michele Cupitò.
L’Amministrazione comunale ha creduto fortemente a questo progetto, sostenendolo finanziariamente assieme ad altri soggetti pubblici e privati (Regione Veneto, Provincia di Verona, Consorzio di Bonifica Veronese, Fondazione Cariverona, Rotary Club).
I dati raccolti in questi anni dimostrano come Fondo Paviani sia stato l’unico, grande villaggio arginato della pianura veronese che resistette alla ‘crisi delle terramare’ avvenuta nel corso del XII secolo a.C., nonché il sito con il campione di ceramica micenea più consistente a nord del Po. In tal senso è importante sottolineare la sua funzione nodale tra l’Italia centrale e le Alpi orientali, ma anche i rapporti intrattenuti con l’Egeo e il Vicino Oriente.

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